DONNE ALLA SCOPERTA DI SE'

Lo sradicamento dell’identità femminile e l’obnubilamento della scintilla divina femminile ha radici antiche, tutto è iniziato con il patriarcato. Per quanto pesanti, insidiosi e limitanti sono stati i secoli di oscurantismo patriarcale, in realtà si inseriscono in un contesto storico molto più ampio di quello che i mass media, giornali e programmi scolastici/universitari lasciano credere. 


Ho già parlato in altri articoli di società di stampo matriarcale (la-fondazione-di-una-societa-femminile) dove il principio femminile era la luce divina incarnata.
La storia femminile è stata scandita da tanti episodi di dolore per  stupri, tortura,
oppressione, violenza; oltre al senso di inadeguatezza, mancanza di libertà personale, disistima, assoggettamento ai bisogni altrui (L'addomesticamento femminile nel regno del fallo.) 
E' incredibile pensare che solo nel 1960 in Italia vennero eliminate le tabelle remunerative che per legge stabilivano che lo stipendio femminile dovesse essere inferiore a quello maschile.
Secoli di condizione subalterna non possono essere eliminati improvvisamente. 
Anche se sono stati fatti tanti progressi,  a livello inconscio continuano a permanere le tracce... Il femminile nel suo valore non è riconosciuto e non si riconosce. 
Quante donne si impelagano in relazioni tossiche e disfunzionali, in cui l’identità femminile è dedita, piuttosto che alla propria crescita e a conoscere se stessa, a un assoggettamento alle gelosie del partner, in cui ci si limita ad uno spazio ben circoscritto dai bisogni altrui.
Quante donne prima di buttarsi tra le braccia di un uomo, sposandosi o andando a convivere, si sono "testate" vivendo per un po da sole?
Quante donne sono diventate le migliori amiche di se stesse prima di rivolgersi all'altro sesso cercando disperatamente quell'amore tanto agognato...?

Le parole del celebre maestro di spiritualità Eckart Tolle, sembrano riecheggiare le  studiose del sacro femminile, le femministe e le autrici degli woman's study rispetto allo scempio fatto sul femminile:

Nessuno sa la cifra esatta perché non esiste una documentazione precisa, ma sembra accertato che durante un periodo di trecento anni, da tre a cinque milioni di donne siano state torturate e uccise dalla Santa Inquisizione, una istituzione fondata dalla Chiesa Cattolica per sopprimere l’eresia.
Era sufficiente per una donna manifestare amore per gli animali, camminare da sola per i campi o per i boschi o raccogliere piante medicinali per essere bollata come strega e quindi torturata e bruciata sul rogo.
Il Sacro Femminino fu dichiarato demoniaco e un’intera dimensione è quasi scomparsa dall’esperienza umana.
Altre culture, come il giudaismo, l’islamismo e perfino il Buddhismo soppressero la dimensione femminile, anche se in modi meno violenti.
Lo status delle donne fu confinato alla cura dei bambini e a essere una proprietà maschile. Uomini che avevano negato il femminile perfino dentro di loro, adesso dirigevano il mondo, un mondo totalmente sbilanciato. Il resto è storia, o meglio, un caso storico di pazzia.” 

Ogni donna, continua Eckart, ha interiorizzato questa situazione d’oppressione causata alla collettività femminile. 
Questa identificazione diventa visibile soprattutto quando si sta male e si prova un disagio. 
Nell'esperire la sofferenza ci si identifica - inavvertitamente- con il dolore che il proprio genere ha patito
La propria personale problematica viene amplificata dal retaggio di secoli di oppressione femminile. 
Ci si identifica con tutto ciò che la collettività femminile ha trascorso, ci si sintonizza, inconsapevolmente, con la sofferenza… in quei momenti diventa  facile scivolare in pensieri di irritazione, nervosismo, impazienza, desiderio irresistibile di offendere gli altri, maldicenza, collera, furore, depressione e necessità di avere qualche dramma nella propria vita.
Per questo è importante diventare consapevoli che il proprio dolore, e disagio personale, può amplificarsi agganciandosi a tutta la sofferenza che il femminile ha subito.
Secondo Eckart Tolle ogni donna, soprattutto quando sta male,  tende ad identificarsi con  il corpo di dolore collettivo femminile, a meno che non sia divenuta pienamente consapevole di questo meccanismo della personalità. 
Il cosiddetto corpo di dolore femminile è il dolore sofferto dalle donne e accumulato da secoli di assoggettamento all'uomo. Questo dolore ha appunto un ”corpo”,  una sorta di vita propria. Il dolore personale si aggancia a quello collettivo causando veri e propri momenti di infelicità. 
Motivo per cui è importante per le donne iniziare un lavoro su di sé e di risveglio.
Divenendone consapevoli si può uscire dalla spiacevole polarità vittima/carnefice e dedicarsi finalmente all'espressione del principio femminile, dei suoi valori e principi, della sua sacralità in tutti gli ambiti.
 Radicare i tesori del principio femminile, creando una società più vivibile (più attivamente attenta alle questione ambientale, per iniziare)
L'imperatrice di Arfanotti


Inoltre questa spiacevole identificazione, di cui nella maggior parte dei casi non si è consapevoli, si traduce poi in scelte dettate dalla paura anziché dall'amore, dalla libertà e dal coraggio. 
Piuttosto che scoprire la propria natura autentica, svolgere il lavoro che si ama, attirare la relazione che si desidera .... si finisce a svolgere lavori che non piacciono, a essere  mal pagate e infatuate di un uomo che non vi rende infelici.

Il numero di donne che ora si sta avvicinando allo stato pienamente consapevole crescerà rapidamente negli anni a venire. Le donne stanno riguadagnando la funzione che è loro diritto innato e che pertanto rivestono con maggiore naturalezza rispetto agli uomini: quella di essere un ponte fra il mondo manifestato e il Non Manifestato, tra fisicità e spirito."

L'accesso di un numero crescente di donne risvegliate a tutti i luoghi di potere, di influenza e decisione (compreso religione/spiritualità e politica) donerà alla società potenzialità insperate fino ad oggi.




Psicologa Antonella Consoli
Consulenza psicologica 3465788897
Studio privato a San Giovanni La Punta (CT) e a Mascalucia

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